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Il Papa a Venezia!

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I testi integrali dei discorsi alle detenute e ai giovani, omelia e Regina Coeli

discorso alle detenute
discorso ai giovani
 

Omelia

regina Coeli

Versione integrale della visita del Santo Padre a Venezia

 

2 pensieri su “Il Papa a Venezia!

  1. Lucio Malfi

    Ore 12.45 circa di domenica 28 aprile. Il Papa è già ritornato nel carcere femminile della Giudecca e probabilmente sta decollando per tornare a Roma. Dunque è tutto finito. I cecchini appostati sui tetti possono sgranchirsi le dite rattrappite sui grilletti, i sommozzatori emergere dalle acque della laguna e respirare l’aria pura anziché quella delle bombole, il primario di medicina dell’ospedale civile tornare a casa dopo esser stato precettato per 24 ore, e occupare i due posti lasciati liberi (di cui uno in terapia intensiva) per motivi precauzionali. A quanto pare non è successo nulla: neppure un banale malore tra le oltre 10.000 persone (ma sarà una stima attendibile degli entusiasti cronisti?) tenute prigioniere in piazza per oltre 4 ore e che adesso possono finalmente essere liberate e correre alla ricerca di un agognato servizio. Perchè gli zelantissimi organizzatori dell’ordine pubblico, così puntigliosi nel premunirsi da qualsivoglia eventuale evento esterno avverso, hanno del tutto trascurato gli eventi fisiologici certi e bellamente ignorato la normativa europea EN 16194 che prescrive che per eventi aperti al pubblico che durano fino al massimo di 6 ore, debbano essere disponibili non meno di 125 bagni (suddivisi al 50% tra i due sessi), quando i potenziali utilizzatori sono compresi tra 10.000 e 12.499. Ebbene in piazza S. Marco non ce n’era nemmeno uno e nei dintorni la bellezza di due! Ma a quanto pare la notevole capacità di “tener duro” dei veneziani ha dato loro ragione, anche se non conosceremo mai due dati pertinenti: quello di coloro che se la sono fatta addosso e quello di chi, prudentemente, ha indossato il pannolone.
    Il questore e il capo della gendarmeria vaticana possono emettere un sospiro di sollievo; anche per questa volta la loro carriera è salva!

  2. wp_9600204

    Il Papa a Venezia

    Forse con un po’ di presunzione penso di potermi annoverare, nei sondaggi sulla partecipazione religiosa, tra coloro che vengono classificati come “assidui”. Dico questo per dare la giusta collocazione alla mia decisione di non andare in piazza S. Marco domenica 28 aprile per la visita del Papa. Una decisione che deriva da due motivi tra loro strettamente collegati.
    Il primo motivo lo potrei definire di natura ideologica. Infatti è una forma di protesta per le modalità antievangeliche e sataniche con le quali è stata organizzata la visita del Papa a Venezia. Spiego i due aggettivi utilizzati. I Vangeli di Matteo e di Luca sono concordi nel riferire che Gesù invia nel mondo i suoi discepoli “come agnelli (o pecore) in mezzo ai lupi”, cioè inermi, indifesi, senza alcuna protezione. Il Papa viene tra i “lupi” a Venezia protetto da un mastodontico apparato di uomini armati fino ai denti, dunque con modalità opposte a quelle descritte nei Vangeli.
    Nei Vangeli di Marco e di Matteo si racconta che dopo il primo annuncio della passione Pietro vi si oppone e Gesù lo rimprovera definendolo “Satana”, perché non avendo “il senso delle cose di Dio, ma di quelle degli uomini”, ostacola il disegno del Padre. Per un cristiano, dunque anche per un Papa, morire martire per la fede dovrebbe essere la massima aspirazione e se sono questi gli imperscrutabili disegni di Dio, pensare che una potenza umana li possa scompaginare è satanica follia. La gendarmeria vaticana e le forze dell’ordine italiane con la loro paranoia protettiva, si comportano come Pietro e dunque meritano lo stesso giudizio.
    Il secondo motivo è di natura pratica e riguarda l’enorme disagio, imposto dalla paranoia di cui sopra, a coloro che andranno in piazza, costretti a stare almeno quattro ore sotto il sole o sotto la pioggia, probabilmente con enormi difficoltà per accedere ai servizi igienici, magari per trovarsi a qualche centinaio di metri dall’altare e dover ricorrere al cannocchiale per vedere qualcosa. Perchè è certo che nelle prime fila vi saranno le cosiddette autorità (che per l’occasione spunteranno come i funghi, malgrado molti di loro siano dei noti “atei devoti”), poi i sacerdoti (chiamati in gran numero a essere presenti per la discutibilissima decisione di sospendere tutte le messe del mattino), quindi gli ordini religiosi, e, soltanto dopo, l’anonimo popolo di Dio. Molto più comodo stare in poltrona davanti alla tv.
    Lucio Malfi

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