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4^ domenica d’Avvento 2018

Lc 1, 39-48
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

LA CORSA DI MARIA
Ormai siamo alle porte della Solennità del Natale del Signore ed è Maria di Nazareth che ci conduce con il suo passo veloce, con la sua corsa verso la cugina Elisabetta. Nel Vangelo di questa domenica la corsa di Maria di Nazareth ci annuncia che davvero nulla è impossibile a Dio e questa fede genera esultanza e benedizione. 
Maria insieme a Giovanni Battista è una delle due figure dell’attesa del tempo di Avvento. Giovanni prepara la strada al Veniente preparandogli un popolo ben disposto, Maria accogliendo la Parola. Come Maria accoglie la Parola in sé divenendo tempio dello Spirito santo, così il credente accogliendo la Parola che è Gesù offre il proprio corpo ad accogliere e lasciarsi plasmare dalla Parola di Dio che ci raggiunge ed è rivolta a noi personalmente. Maria diventa, dunque, figura dell’attesa in quanto figura della discepola che ascolta e fa la Parola. É la Parola, infatti, che muove Maria, in fretta, come muoverà le donne dal sepolcro, come muoverà i due discepoli da Emmaus, verso una testimonianza viva ed efficace di quanto hanno udito e visto. Il Verbo di Dio viene nel mondo, si fa carne in Maria, che lo accoglie con piena e totale disponibilità. Questa Parola che Maria porta ormai in sé, diventa sulle sue labbra viva ed efficace, Parola che dona lo Spirito di Dio e comunica la gioia e l’esultanza per la sua presenza. Appena la voce del saluto di Maria raggiunge gli orecchi di Elisabetta, lo Spirito la riempie e il Giovanni esulta nel suo grembo.
Maria votata a portare Cristo in sé, fuori da casa sua, come ciascuno di noi, e a servire umilmente affinché lo Spirito faccia trasalire il Figlio di Dio ancora in gestazione nell’altro. Scrive fr Christian dei Martiri di Thibirin: “In questi ultimi tempi mi sono convinto che l’episodio della Visitazione è il vero luogo teologico scritturistico della missione nel rispetto dell’altro che lo Spirito ha già investito. Mi piace una frase di un autore che riassume molto bene tutto questo: “Gesù è ciò che accade quando Dio parla senza ostacoli nel cuore di un uomo”. In altri termini, quando Dio è libero di parlare e di agire senza ostacoli nella rettitudine di un uomo, quest’uomo parla e agisce come Gesù. È il servizio gratuito reso all’altro che fa sussultare, germogliare quello che lo Spirito ha già posto nell’altro.”
Dall’accoglienza di questa Parola, scaturisce un canto di lode e di benedizione. Elisabetta piena di Spirito Santo benedice Maria e Maria benedice il Signore, per aver guardato la sua piccolezza ed avere voluto abitare in essa, offrendo così ad ogni uomo, povero, piccolo e peccatore, la possibilità di accoglierlo nella propria vita, accogliendo la sua Parola nel proprio cuore, per iniziare a correre con Maria ad annunciarlo a tutti.
Don Paolo

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